D.Lgs n. 152 del 11 maggio 1999 - Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. (Pubblicato sul Supplemento Ordinario  n. 101/L alla  Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 1999) - (Aggiornato con le modifiche del D.lgs 18 agosto 2000, n. 258)
 
 

ALLEGATO  1:   MONITORAGGIO  E CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE IN FUNZIONE DEGLI OBIETTIVI DI QUALITA' AMBIENTALE

Il  presente allegato stabilisce,  ai sensi degli articoli 4 e 5, i criteri  per individuare i corpi idrici significativi e per stabilire lo  stato di qualita' ambientale di ciascuno di essi.

Il presente allegato sostituisce  l'allegato 1della delibera del Comitato dei  ministri  per  la tutela delle acque dall'inquinamento del 4 febbraio 1977  per  la parte relativa ai criteri   per  il  monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici.

1 CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI

Sono  corpi  idrici  significativi quelli che le autorita' competenti  individuano  sulla  base  delle   indicazioni  contenute  nel presente  allegato e che conseguentemente vanno monitorati e classificati al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualita' ambientale.

Le  caratteristiche  dei corpi idrici significativi sono indicate nei punti 1.1 e 1.2.

Sono invece da monitorare e classificare:

a)  tutti  quei  corpi   idrici  che,  per  valori  naturalistici  e/o paesaggistici o per particolari  utilizzazioni  in  atto,  hanno   rilevante interesse ambientale.

b)  tutti  quei  corpi   idrici  che, per il carico inquinante da essi convogliato, possono avere una influenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi.

1.1 CORPI IDRICI SUPERFICIALI

1.1.1 CORSI D'ACQUA SUPERFICIALI

Per  i  corsi  d'acqua  che   sfociano  in  mare il limite delle acque correnti  coincide   con  l'inizio  della zona di foce, corrispondente alla  sezione   del  corso d'acqua piu' lontana dalla foce, in cui con bassa marea ed in periodo di magra si riscontra, in uno qualsiasi dei suoi  punti, un sensibile aumento del grado di salinita'. Tale limite viene identificato per ciascun corso d'acqua.

Vanno  censiti, secondo le modalita' che saranno stabiliti, stabilite nel  decreto  di  cui  all'articolo 3, comma 7, tutti i corsi d'acqua  naturali aventi un bacino idrografico superiore a 10 kmq.

Sono significativi almeno i seguenti corsi d'acqua:

Non  sono significativi i corsi d'acqua che per motivi naturali hanno avuto portata uguale a zero per piu' di 120 giorni l'anno, in un anno  idrologico medio.

1.1.2 LAGHI

Le  raccolte  di  acque   lentiche  non  temporanee.  I laghi sono: a) naturali  aperti   o chiusi, a seconda che esista o meno un emissario; b)  naturali   ampliati e/o regolati, se provvisti all'incile di opere di regolamentazione idraulica;

Sono  significativi  i laghi aventi superficie dello specchio liquido pari a 0,5 kmq o superiore. Tale superficie e' riferita al periodo di  massimo invaso.

1.1.3 ACQUE MARINE COSTIERE

Sono  significative  le  acque   marine  comprese entro la distanza di 3.000 metri dalla costa e comunque entro la batimetrica dei 50 metri.

1.1.4 ACQUE DI TRANSIZIONE

Sono  acque di transizione le acque delle zone di delta ed estuario e le acque di lagune, di laghi salmastri e di stagni costieri.

Sono significative le acque delle lagune, dei laghi salmastri e degli stagni   costieri.   Le  zone  di   delta  ed  estuario  vanno invece considerate come corsi d'acqua superficiali.

1.1.5 CORPI IDRICI ARTIFICIALI

Sono  i  laghi  o  i   serbatoi,  se  realizzati mediante manufatti di sbarramento,  e   i  canali  artificiali  (canali  irrigui o scolanti, industriali,   navigabili,   ecc.)   fatta    esclusione   dei  canali appositamente  costruiti   per  l'allontanamento  delle  acque  reflue urbane ed industriali.

Sono   considerati  significativi   tutti  i  canali  artificiali  che restituiscano  almeno   in  parte  le  proprie  acque  in corpi idrici naturali   superficiali e aventi portata di esercizio di almeno 3 mc/s e i serbatoi o i laghi artificiali il cui bacino di alimentazione sia interessato  da  attivita' antropiche che ne possano compromettere la qualita'  e  aventi superficie dello specchio liquido almeno pari a 1 kmq  o  con  volume  di  invaso   almeno  pari a 3 milioni di mc. Tale superficie e' riferita al periodo di massimo invaso.

1.2 CORPI IDRICI SOTTERRANEI

1.2.1 ACQUE SOTTERRANEE

Sono  significativi  gli  accumuli   d'acqua  contenuti nel sottosuolo permeanti  la  matrice   rocciosa,  posti  al  di sotto del livello di saturazione permanente.

Fra  esse ricadono le falde freatiche e quelle profonde (in pressione o  no)  contenute  in formazioni permeabili, e, in via subordinata, i corpi  d'acqua  intrappolati  entro formazioni permeabili con bassa o nulla velocita' di flusso. Le manifestazioni sorgentizie, concentrate o diffuse (anche subacquee) si considerano appartenenti a tale gruppo di    acque   in   quanto   affioramenti    della  circolazione  idrica sotterranea.

Non  sono  significativi gli orizzonti saturi di modesta estensione e continuita'  all'interno  o  sulla   superficie  di  una litozona poco permeabile e di  scarsa   importanza  idrogeologica  e  irrilevante significato ecologico.

2 OBIETTIVI DI QUALITA' AMBIENTALE

2.1 CORPI IDRICI SUPERFICIALI

Lo  stato  di  qualita'   ambientale  dei corpi idrici superficiali e' definito  sulla  base dello stato ecologico e dello stato chimico del corpo idrico.

2.1.1 STATO ECOLOGICO

Lo  stato  ecologico  dei   corpi idrici superficiali e' l'espressione della  complessita' degli ecosistemi acquatici, e della natura fisica e  chimica  delle  acque   e  dei sedimenti, delle caratteristiche del flusso idrico e della struttura fisica del corpo idrico, considerando comunque prioritario lo stato degli elementi biotici dell'ecosistema.

Gli elementi chimici che saranno considerati per la definizione dello stato  ecologico  saranno,  a  seconda  del corpo idrico, i parametri chimici  e  fisici di base relativi al bilancio dell'ossigeno ed allo stato trofico.

Al  fine  di  una valutazione completa dello stato ecologico dovranno essere  utilizzati opportuni indicatori biologici; oltre all'utilizzo dell'indice biotico esteso (I.B.E.) per i corsi d'acqua superficiali, sara'  necessario  utilizzare  i  metodi  per   la  rilevazione  e  la valutazione  della  qualita'   degli  elementi  biologici  e di quelli morfologici  dei   corpi  idrici  che  dovranno  essere  definiti  con apposito  decreto  ministeriale  su proposta dell'ANPA in particolare per le acque marine costiere, le acque di transizione ed i laghi.

2.1.2 STATO CHIMICO

Le  nato  chimico  e'   definito  in  base  alla  presenza di sostanze chimiche pericolose.

Ai  fini  della  prima   classificazione,  la  valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali e' effettuata in base ai valori soglia riportate nella direttiva 76/464/CEE e nelle direttive da essa derivate,  nelle  parti riguardanti gli obiettivi di qualita' nonche' nell'allegato  2  sezione  B; nel caso per gli stessi parametri siano  riportati   valori   diversi,   deve    essere   considerato  il  piu' restrittivo.

Alla  successiva  tabella  1   sono  riportati i principali inquinanti chimici  gia' normati dalle direttive comunitarie. Per la definizione dello  stato  chimico  la   selezione  dei  parametri  da ricercare e' effettuata  dalla   autorita' competente, in relazione alle criticita' presenti  sul   territorio. L'aggiornamento dei valori per i parametri indicati nella tabella 1 e la definizione di quelli relativi ad altri composti   non  inclusi   nella  tabella,  pubblicato  con  successivi decreti, sara' effettuato sulla base dei risultati relativi alle LC50 o  EC50,  risultanti dai test tossicologici su ognuno dei tre livelli trofici,  ridotti  con   opportuni fattori di sicurezza e in base alle indicazioni fornite dalla Unione Europea.

Al  fine  di  una   valutazione  completa dello stato chimico dovranno essere  definiti,   con  apposito  decreto  ministeriale  su  proposta dell'ANPA,  metodi per la rilevazione e la valutazione della qualita' dei   sedimenti  e  metodi  per la valutazione degli effetti provocati sulle  comunita' biotiche degli ecosistemi dalla presenza di sostanze chimiche pericolose, persistenti e bioaccumulabili.

Tali  metodi  dovranno  integrare   i  criteri di determinazione dello stato chimico gia' adottati per i corpi   idrici  superficiali soprattutto  per  quanto riguardi le acque marine costiere o quelli a basso ricambio come i laghi.

Tabella  1 - Principali inquinanti chimici da controllare nelle acque dolci superficiali
INORGANICI (disciolti) (1) 
ORGANICI   (sul tal quale)
Cadmio  aldrin 
Cromo totale  dieldrin
Mercurio  endrin
Nichel  isodrin
Piombo  DDT
Rame esaclorobenzene
Zinco esaclorocicloesano
  esaclorobutadiene
  1,2 dicloroetano
  tricloroetilene
  triclorobenzene
  cloroformio
  tetracloruro di carbonio
  percloroetilene
  pentaclorofenolo
(1)  se  e'  accertata l'origine naturale di sostanze inorganiche, la  loro  presenza  non  compromette   l'attribuzione  di  una  classe  di qualita' definita dagli altri parametri.

2.1.3 STATO AMBIENTALE

Lo  stato ambientale e' definito in relazione al grado di scostamento rispetto alle condizioni di un corpo idrico di riferimento definito al successivo punto 2.1.4.

Gli  stati  di qualita' ambientale previsti per le acque superficiali sono riportati alla tabella 2.

Tabella  2  -   Definizione  dello stato ambientale per i corpi idrici superficiali
 
ELEVATO Non si rilevano alterazioni dei valori della qualità degli elementi chimico-fisici ed idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni   indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una composizione e un'abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo. 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, é paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.

BUONO I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di alterazione derivanti     dall'attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non      disturbate.

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, é in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

SUFFICIENTE I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano moderatamente da quelli di norma     associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall'attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di "buono stato".

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, é in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

SCADENTE Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. 

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, é in concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

PESSIMO I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato.

La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, é in concentrazioni da gravi effetti a breve e lungo termine sulle    comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

2.1.3.1 CORPI IDRICI DI RIFERIMENTO

Il   corpo  idrico  di   riferimento  e'  quello  con  caratteristiche biologiche,   idromorfologiche,  e fisico-chimiche tipiche di un corpo idrico relativamente immune da impatti antropici.

I corpi idrici di riferimento sono individuati, anche in via teorica, in ogni bacino idrografico, dalle autorita' di bacino o dalle Regioni per i bacini di competenza.

Per  quanto  riguarda  i   corsi  d'acqua naturali ed i laghi dovranno essere  individuati almeno un corpo idrico di riferimento per l'ecotipo montano ed uno per l'ecotipo di pianura.

Tale  ecotipo  serve  a   definire le condizioni di riferimento per lo stato  ambientale   "Elevato"  e per riformulare i limiti indicati nel presente   allegato per i parametri chimici, fisici ed idromorfologici relativi ai diversi stati di qualita' ambientale.

2.2 CORPI IDRICI SOTTERRANEI

Lo  stato  di  qualita'   ambientale  dei  corpi idrici sotterranei e' definito  sulla   base dello stato quantitativo e dello stato chimico: tale  classificazione   deve essere riferita ad ogni singolo acquifero individuato. Per la classificazione quantitativa e chimica bisogna  riferirsi alle indicazioni riportate ai punti 4.4.1 e 4.4.2.

2.2.1 STATO AMBIENTALE Per le acque sotterranee sono definiti 5 stati di qualita' ambientale, come riportato nella tabella 3.

Tabella   3  -   Definizioni  dello  stato  ambientale  per  le  acque sotterranee.
 
ELEVATO Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità della risorsa, con l'eccezione di quanto previsto nello stato naturale particolare;
BUONO  Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa;
SUFFICIENTE Impatto antropico ridotto sulla quantità, con effetti significativi sulla qulità tali da richiedere azioni mirate ad evitarne il peggioramento;
SCADENTE Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento;
NATURALE PARTICOLARE  Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico, presentano limitazioni d'uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo

3 MONITORAGGIO E CLASSIFICAZIONE: ACQUE SUPERFICIALI

3.1 ORGANIZZAZIONE DEL MONITORAGGIO

Il  monitoraggio  si articola in una fase conoscitiva iniziale che ha come   scopo   la  prima   classificazione  dello  stato  di  qualita' ambientale   dei  corpi  idrici  ed  in una fase a regime in cui viene effettuato  un  monitoraggio  volto  a  verificare  il raggiungimento ovvero il mantenimento dell'obiettivo di qualita' "buono" di cui all'articolo 4.

3.1.1 FASE CONOSCITIVA

La  fase conoscitiva iniziale ha la durata di 24 mesi ed ha come finalita' la classificazione dello stato di qualita' di ciascun corpo idrico;  in base ad esso le autorita' competenti definiscono nell'ambito   del  piano  di  tutela,  le  misure  necessarie   per  il raggiungimento o il mantenimento dell'obiettivo di qualita' ambientale.

La  fase conoscitiva  iniziale ha altresi' lo scopo di raccogliere tutte le informazioni  necessarie alla valutazione di ulteriori strumenti di valutazione utili alla valutazione degli elementi biologici e idromorfologici utili a definire piu' compiutamente lo stato ecologico dei corpi idrici superficiali nonche' per valutare le informazioni relative alla contaminazione da microinquinanti dei sedimenti e del biota, in particolare per quanto riguarda le acque costiere e le acque di transizione ed i laghi.

Le informazioni  pregresse non antecedenti il 1997, possono essere utilizzate - se compatibili con quelle richieste nel presente allegato  -  in  sostituzione  o  integrazione delle analisi previste nella  fase  iniziale del monitoraggio per l'attribuzione dello stato di  qualita'.  Se  da tali informazioni pregresse emerge uno stato di qualita' ambientale  "buono"  o  "elevato"  vale quanto detto nel successivo  punto 3.1.2 in relazione alla frequenza del campionamento e al numero delle stazioni.

3.1.2 FASE A REGIME

Se  i corpi idrici hanno raggiunto l'obiettivo "Buono" o "Elevato" il monitoraggio  puo'   essere  ridotto  ai  soli  parametri riportati in tabella   4,  per  i  corsi d'acqua, in tabella 10, per i laghi, ed in tabella   13,  per  le  acque  marino  costiere  e  per   le  acque di transizione. L'autorita'  competente,  in relazione allo stato delle acque superficiali, puo' variare la frequenza dei campionamenti e il numero delle stazioni della rete di rilevamento.

Le autorita' competenti armonizzano e ricercano la miglior integrazione  possibile  tra le diverse iniziative di controllo delle acque  (monitoraggio  per  la balneazione, per la produzione di acqua potabile, per la vita dei pesci, ed altri), al fine di ottimizzare l'impiego di risorse umane e finanziarie.

Deve inoltre essere predisposto, presso ogni ARPA, o comunque presso ogni  regione  in  attesa  che venga costituita l'ARPA, un sistema di pronto  intervento  in  grado  di   monitorare gli effetti ed indagare sulle  cause  di  fenomeni   acuti  di inquinamento causati da episodi accidentali o dolosi.

3.2 CORSI D'ACQUA

3.2.1 INDICATORI DI QUALITA' E ANALISI DA EFFETTUARE

Ai  fini della prima classificazione della qualita' dei corsi d'acqua vanno eseguite determinazioni sulla matrice acquosa e sul biota; qualora ne ricorra la necessita', cosi' come indicato successivamente nei   punti  relativi agli specifici corpi idrici, tali determinazioni possono   essere  integrate  da  indagini  sui  sedimenti e da test di tossicita'.

Le  determinazioni  necessarie per il sistema di classificazione sono condotte  sui  campioni  e  con   le  frequenze indicate nella sezione 3.2.2.

3.2.1.1 ACQUE

Le  determinazioni  sulla  matrice   acquosa  riguardano due gruppi di parametri, quelli di base e quelli addizionali.

I  parametri di base, riportati in tabella 4, riflettono le pressioni antropiche  tramite  la  misura  del   carico organico, del bilancio dell'ossigeno,  dell'acidita',  del   grado  di salinita' e del carico microbiologico  nonche'  le caratteristiche idrologiche del trasporto solido. I parametri definiti   macrodescrittori  e indicati con (o) nella  tabella  4  vengono utilizzati  la classificazione; gli altri parametri servono a fornire informazioni di supporto per la interpretazione delle caratteristiche di qualita' e di vulnerabilita' del sistema nonche' per la valutazione dei carichi trasportati.

La determinazione dei parametri di base e' obbligatoria.

I  parametri addizionali sono relativi ai microinquinanti organici ed inorganici;  quelli  di  piu'  ampio   significato  ambientale e' sono riportati nella tabella 1.

La  selezione dei parametri da esaminare e' effettuata dall'autorita' competente  caso  per  caso, in relazione alle criticita' conseguenti agli usi del territorio.

Le analisi dei parametri addizionali vanno effettuate ove l'Autorita' competente lo ritenga necessario e comunque nel caso in cui:

Tabella  4 -   Parametri  di  base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
 
Portata (m3/s) Ossigeno disciolto (mg/L) ** (o)
pH BOD5 (O2 mg/L) ** (o)
Solidi sospesi (mg/L) COD (O2 mg/L) ** (o)
Temperatura (°C) Ortofosfato (P mg/L) *
Conducibilità (µS/ cm (20°C)) ** Fosforo Totale (P mg/L) ** (o)
Durezza (mg/L di CaCO3) Cloruri (Cl- mg/L) *
Azoto totale (N mg/L) ** Solfati (SO4-- mg/L)*
Azoto ammoniacale (N mg/L) *(o) Escherichia coli (UFC/100 mL) (o)
Azoto nitrico (N mg/L) *(o)  
   

(*) determinazione sulla fase disciolta  (**) determinazione sul campione tal quale 

3.2.1.2  Biota  Le  determinazioni sul biota riguardano due gruppi di analisi:

Analisi  di  base:  gli impatti antropici sulle comunita' animali dei corsi  d'acqua  vengono valutati   attraverso l'Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Tale analisi va eseguita obbligatoriamente con le cadenze indicate al punto 3.2.2.2..

Analisi  supplementari:  non obbligatorie, da eseguire a giudizio dell'autorita' che effettua il monitoraggio, per una analisi piu' approfondita delle cause di degrado del corpo idrico. A tal fine possono essere effettuati saggi biologici finalizzati alla evidenziazione di effetti a breve o lungo termine. Tra questi in via prioritaria si segnalano:

In aggiunta si segnala l'opportunita' di effettuare determinazioni di  accumulo di contaminanti  prioritari  (PCB,   DDT  e  Cd) su tessuti muscolari di specie ittiche residenti o su organismi macrobentonici.

3.2.1.3 SEDIMENTI

Le analisi sui sedimenti sono da considerarsi come analisi supplementari eseguite per avere, se necessario, ulteriori elementi conoscitivi  utili a determinare le cause di degrado ambientale di un corso d'acqua.

Le autorita' preposte al monitoraggio devono, nel caso, selezionare i parametri  da  ricercare, prioritariamente tra quelli riportati nella tabella 5 e, se  necessario, includerne altri, considerando le condizioni geografiche ed idromorfologiche del corso d'acqua, i fattori di pressione antropica cui e' sottoposto e la tipologia degli scarichi immessi.

Le determinazioni sui sedimenti vanno fatte in particolare per ricercare quegli inquinanti che presentano una maggior affinita' con i sedimenti rispetto che alla matrice acquosa.

Qualora sia necessaria un'analisi piu' approfondita volta a evidenziare gli effetti tossici a breve o a lungo termine si potranno     effettuare  dei saggi biologici sui sedimenti. Gli approcci possibili sono molteplici e riconducibili a tre soluzioni fondamentali:

Ogni soluzione offre informazioni peculiari e pertanto l'applicazione congiunta di piu' tipi di saggio spesso garantisce le informazioni volute. Possono essere utilizzati organismi acquatici, sia in saggi acuti che (sub)cronici. In. via prioritaria  si  segnalano: Oncorhynchus  mykiss, Daphnia  magna, Ceriodaphnia dubia, Chironomus tentans e C. riparius, Selenastrum   Sapricornutum e batteri luminescenti.

Tabella 5 Microinquinanti e sostanze pericolose di prima priorita' da ricercare nei sedimenti
 
Inorganici e Metalli Organici (1)
Arsenico Policlorobifenili (PCB)
Cadmio  Diossine (TCDD)
Zinco Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
Cromo totale  Pesticidi organoclorurati
Mercurio   
Nichel   
Piombo   
Rame   

(1) Si consiglia la determinazione dei seguenti inquinanti organici:

Idrocarburi  Policiclici Aromatici prioritari: Naftalene, Acenaftene,  Fenantrene*,  Fluorantene,   Benz(a)antracene**, Crisene**, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)Fluorantene, Benzo(a)pirene**, Dibenzo(a,h)antracene, Benzo(g,h,i)perilene*, Antracene, Pirene Indeno(1,2,3,  c,d,)pirene*,  Acenaftilene, Fluorene.  (*) indica le molecole  con  presunta  attivita' cancerogena, (**) quelle che hanno attivita' cancerogena.

Composti  organoclorurati  prioritari: DDT e analoghi (DD'&); Isomeri dell'Esaclorocicloesano  (HCH's); Drin's; Esaclorobenzene, PCB (i PCB piu'  rilevanti sotto il profilo ambientale consigliati anche in sede internazionele  (EPA,  UNEP) sono: PCB's; PCB 52, PCB 77, PCB 81, PCB 128, PCB 138, PCB 153, PCB 169).

3.2.2 CAMPIONAMENTO

3.2.2.1 CRITERI PER LA SCELTA DELLE STAZIONI DI PRELIEVO

Per ogni corso d'acqua naturale viene definito un numero minimo di stazioni di prelievo, come indicato nella seguente tabella 6; tale numero e' in funzione della tipologia del corso d'acqua e della superficie del bacino imbrifero.

Le Autorita' competenti possono aumentare il numero delle stazioni in presenza di particolari valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto o in tutte le situazioni in cui questo sia ritenuto necessario.

Tabella 6 - Numero stazioni nei corsi d'acqua naturali
Area del bacino (km2) Numero stazioni
  Corsi d’acqua di 1° ordine Corsi d’acqua di 2° ordine o superiore
200-400 1  
401-1000 2 1
1001- 5000 3 2
5001- 10.000 5 4
10.001-25.000 6 -
25.001-50.000 8 -
>50.001 10 -
Le  stazioni  di  prelievo sui corsi d'acqua sono in linea di massima distribuite lungo l'intera asta del corso d'acqua, tenendo conto della presenza degli insediamenti urbani, degli impianti produttivi e degli apporti provenienti dagli affluenti.

I punti di campionamento sono fissati a una distanza dalle immissioni sufficiente ad avere la garanzia del rimescolamento delle acque al fine di valutare la qualita' del corpo recettore e non quella degli apporti.

In ogni caso deve essere posta una stazione di prelievo nella sezione di chiusura di ogni corpo idrico significativo. La misura di portata puo' essere effettuata in modo puntuale in corrispondenza del punto di campionamento e contestualmente allo stesso o desunta dai valori di portata rilevati in continuo presso stazioni fisse.

Per quanto riguarda l'analisi dei sedimenti i punti di campionamento sono individuati  prioritariamente  in corrispondenza delle stazioni definite per  l'analisi delle acque, compatibilmente con le caratteristiche granulometriche del substrato di fondo.

3.2.2.2 FREQUENZA DEI CAMPIONAMENTI

Fase iniziale del monitoraggio

Acque:

la  misura dei parametri chimici, fisici, microbiologici e idrologici di base  e di quelli  relativi  ai   parametri  addizionali, quando necessari, deve essere eseguita una volta al mese fino al raggiungimento dell'obiettivo di qualita'.

Sedimenti:

una volta all'anno, durante i periodi di magra (e comunque lontano da eventi di piena), ovvero durante i periodi  favorevoli alla deposizione del materiale sospeso.

Biota: l'I.B.E. va misurato stagionalmente (4 volte all'anno);

I test biologici addizionali e quelli di bioaccumulo, quando richiesti, vanno eseguiti nei periodi di maggiore criticita' per il sistema.

Fase a regime

La frequenza di campionamento si mantiene inalterata fino al raggiungimento dell'obiettivo di qualita' ambientale di cui all'articolo 4. Raggiunto tale obiettivo, la frequenza di campionamento puo' essere ridotta dall'autorita' competente ma non deve comunque essere inferiore a quattro volte all'anno per i parametri di base di cui alla tabella 4 e inferiore a due per l'I.B.E.. Per la misura di portata deve essere garantito per ogni stazione idrometrica un numero annuo di determinazioni sufficiente a mantenere aggiornata la scala di deflusso.

3.2.3 CLASSIFICAZIONE

La classificazione dello stato ecologico (tabella   8),  viene effettuata incrociando il dato risultante dai macrodescrittori con il risultato dell'I.B.E., attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore tra quelli derivati dalle valutazioni relative ad I.B.E. e macrodescrittori.

Per  la  valutazione del risultato dell'I.B.E. si considera il valore medio  ottenuto dalle analisi eseguite durante il periodo di misura per la classificazione. Per il calcolo della media, considerata la possibilita' di classi intermedie  (es.  8/9  o  9/8), si segue il seguente procedimento:

Il  livello di qualita' relativa ai macrodescrittori viene attribuito utilizzando la  tabella 7 e  seguendo  il   procedimento di seguito descritto: Ai fini della classificazione devono essere disponibili almeno il 75% dei risultati delle misure eseguibili nel periodo considerato.

Lo  stesso parametro statistico del 75° percentile viene usato per la eventuale valutazione dello stato di qualita' chimica concernente gli inquinanti chimici indicati in tabella 1.

Tabella 7 - Livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori
 
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
100-OD (% sat.) (*) <  10 (#) <  20  <  30  <  50  > 50 
BOD5 (O2 mg/L) < 2,5 < 4 < 8 < 15 > 15
COD (O2 mg/L) < 5 < 10 < 15 < 25 > 25
NH4 (N mg/L) < 0,03 < 0,10 < 0,5 < 1,50 > 1,50
NO3 (N mg/L)  < 0,3 < 1,5 < 5,0 < 10,0 > 10,0
Fosforo totale (P mg/L) < 0,07 < 0,15 < 0,30 < 0,60 > 0,60
Escherichia coli (UFC/100 mL) < 100 < 1.000 < 5.000 < 20.000 > 20.000
Punteggio da attribuire per ogni parametro analizzato (75° percentile del periodo di rilevamento) 80 40 20 10 5
LIVELLO DI INQUINAMENTO DAI MACRODESCRITTORI  480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60

(*) la misura deve essere effettuata in assenza di vortici; il dato relativo al deficit o al surplus deve essere considerato in valore assoluto;
(#) in assenza di fenomeni di eutrofia; 

Tabella 8 — Stato ecologico dei corsi d’acqua (si consideri il risultato peggiore tra I.B.E. e macrodescrittori).
 
CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5
I.B.E. > 10 8 – 9 6 – 7 4 – 5 1, 2, 3
LIVELLO DI INQUINAMENTO MACRODESCRITTORI  480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60

3.2.4 ATTRIBUZIONE DELLO STATO DI QUALITA' AMBIENTALE

Ai fini della attribuzione dello stato ambientale del corso d'acqua i dati relativi allo stato ecologico andranno riportati con i dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici indicati in tabella 1, secondo lo schema riportato alla tabella 9

Tabella 9 - Stato ambientale dei corsi d'acqua
 
Stato Ecologico Þ Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Concentrazione inquinanti di cui alla tabella 1

ß

         
< Valore Soglia ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO 
> Valore Soglia SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO 

Se lo stato ambientale da attribuire alla sezione di corpo idrico risulta inferiore a "Buono", devono essere effettuati accertamenti successivi  finalizzati  alla  individuazione delle cause del degrado alla definizione delle azioni di risanamento.

Tali  accertamenti, soprattutto se il risultato derivante dall'I.B.E. e' significativamente peggiore della classificazione derivante dai dati dei macrodescrittori e degli eventuali parametri addizionali, devono includere analisi supplementari volte a verificare la presenza di sostanze pericolose non ricercate in precedenza ovvero l'esistenza di eventuali  effetti di tipo tossico su organismi acquatici, ovvero di fenomeni di accumulo di contaminanti nei sedimenti e nel biota.

L'eventuale evidenziazione di situazioni di tossicita' per gli organismi testati c/o evidenze di bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale scadente.

3.3 LAGHI

3.3.1 INDICATORI DI QUALITA' E ANALISI DA EFFETTUARE

La definizione dello stato di qualita' ambientale dei laghi e' basata  sulle analisi effettuate sulla matrice acquosa.

Qualora  ne  ricorra la necessita', come di seguito specificato, tali analisi vanno integrate con determinazioni sui sedimenti e sul biota ovvero da saggi biologici a medio e lungo termine.

Tutte  le  determinazioni   necessarie  per la classificazione debbono essere condotte sulle stazioni e con le frequenze indicate nella sezione 3.3.2

3.3.1.1 ACQUE

Le  determinazioni  sulla  matrice   acquosa  riguardano due gruppi di parametri quelli di base e quelli addizionali.

I  parametri  di  base sono riportati in tabella 10. Alcuni di questi sono relativi allo stato trofico e sono utilizzati  per  la classificazione, altri servono a fornire informazioni di supporto per l'interpretazione dei fenomeni di alterazione.

La determinazione dei parametri di base e' obbligatoria.

I  parametri addizionali sono relativi ai microinquinanti organici ed inorganici; quelli di piu' ampio significato  ambientale   sono riportati nella tabella 1.

La  selezione dei parametri da esaminare e' effettuata dall'autorita' competente caso per caso, in relazione alle criticita' conseguenti agli usi del territorio.

Le analisi dei parametri addizionali ove l'Autorita' competente lo ritenga necessario e comunque nel caso in cui:

Tabella  10 - Parametri chimico-fisici di base (con (o) sono indicati  i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
 
Temperatura (°C) pH
Alcalinità (mg/L Ca (HCO3)2) Trasparenza (m) (o)
Ossigeno disciolto (mg/L) Ossigeno ipolimnico (% di saturazione) (o)
Clorofilla "a" (µg/L) (o) Fosforo totale (P µg/L) (o)
Ortofosfato (P µg/L) Azoto nitroso (N µg/L)
Azoto nitrico (Nmg/L) Azoto ammoniacale (N mg/L)
Conducibilità Elettrica Specifica (µS/cm (20°C)) Azoto totale (N mg/L)

3.3.1.2 SEDIMENTI

Valgono   per   i    sedimenti  le  stesse  indicazioni  e  le   stesse considerazioni svolte per le acque correnti al punto 3.2.1.3.

3.3.1.3 BIOTA

Per  quanto  riguarda  il   biota,  in  attesa  di  nuove  indicazioni predisposte   come  indicato  al  precedente  punto 2.1.2., valgono le stesse indicazioni e le stesse considerazioni svolte al punto 3.2.1.2 per le analisi supplementari nei corsi d'acqua.

3.3.2 CAMPIONAMENTO

3.3.2.1 CRITERI PER LA SCELTA DELLE STAZIONI DI PRELIEVO

Corpi  d'acqua  di  superficie   inferiore a 80 Km2 un'unica stazione fissata nel punto di massima profondita'.

Corpi d’acqua di superficie maggiore di 80 km2 o di forma irregolare: il numero delle stazioni va individuato caso per caso, tenendo conto delle zone di maggior interesse (rami ciechi, grandi baie poco profonde, fosse isolate).

I campioni di acqua vanno prelevati lungo la colonna, con le seguenti modalità:

3.3.2.2 FREQUENZA DEI CAMPIONAMENTI

I campionamenti devono essere effettuati semestralmente, una volta nel periodo di massimo rimescolamento ed una in quello di massima stratificazione.
 
 

3.3.3 CLASSIFICAZIONE

Al fine di una prima classificazione dello stato ecologico dei laghi viene valutato lo stato trofico così come indicato in tabella 11. La classe da attribuire è quello che emerge dal risultato peggiore tra i quattro parametri indicati.

Tabella 11 – Stato ecologico dei laghi
 
PARAMETRO CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5

Trasparenza (m)
(valore minimo)
> 5 < 5 < 2 < 1,5 < 1

Ossigeno ipolimnico (% di saturazione)
(valore minimo misurato nel periodo di massima stratificazione)
> 80% < 80% < 60% < 40% < 20%

Clorofilla "a" (µg/L)
(valore massimo)
< 3 < 6 < 10 < 25 > 25

Fosforo totale (P µg/L)
(valore massimo)
<10 < 25 < 50 < 100 > 100

Per la valutazione dei parametri relativi agli inquinanti chimici di cui alla tabella 1 si considera la media aritmetica dei dati disponibili nel periodo di misura.

Al fine della attribuzione dello stato ambientale, i dati relativi allo stato ecologico andranno confermati dagli eventuali dati relativi alla presenza degli inquinanti chimici della tabella 1 secondo quanto indicato nello schema riportato in Tabella 12

Tabella 12 – Stato ambientale dei laghi.
 
Stato Ecologico Þ Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Concentrazione inquinanti di cui alla Tabella 1 ß          
< Valore Soglia ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCADENTE PESSIMO 
> Valore Soglia SCADENTE SCADENTE SCADENTE SCADENTE PESSIMO 

Nel caso in cui alla sezione di corpo idrico venga attribuita uno stato ambientale inferiore a "Buono" devono essere effettuati accertamenti successivi finalizzati alla individuazione delle cause del degrado e alla definizione delle azioni di risanamento.

Tali  accertamenti  soprattutto   se  dagli  elementi  conoscitivi  in possesso dell'autorita'   non  si evidenziano scarichi potenzialmente contenti  le  sostanze   indicate  in  tabella  1 e quelle indicate in tabella  5, devono includere analisi supplementari volte a verificare la presenza di sostanze pericolose  non ricercate in precedenza e l'esistenza  di  eventuali   effetti  di  tipo tossico  su  organismi acquatici, ed   infine di fenomeni di accumulo di contaminanti nei sedimenti e nel biota.

L'eventuale  evidenziazione  di   situazione  di  tossicita'  per gli organismi testati e/o evidenze di bioaccumulo sugli stessi portano ad attribuire lo stato ambientale "Scadente".

3.4 ACQUE MARINE COSTIERE

3.4.1 INDICATORI Di QUALITA' E ANALISI DA EFFETTUARE

Per la prima classificazione della qualita' delle acque marine costiere vanno eseguite determinazioni sulla matrice acqua.

Al fine di ottenere elementi di valutazione che concorrano a definire  il  giudizio di qualita' alle indagini di base sulle acque andranno associate indagini sui sedimenti e sul biota.

Le determinazioni  necessarie  per   il  sistema  di  classificazione debbono essere condotte secondo le   indicazioni  riportate nella sezione 3.4.2.

Il  monitoraggio del biota e dei sedimenti deve essere effettuato per rilevate specifiche fonti di contaminazione e per indicazioni sui livelli di "compromissione"  del  tratto  di  costa   considerato.

L'autorita' competente, ove necessario, integra i parametri riportati nelle specifiche  tabelle  possono  essere   integrati,  con indagini "addizionali"  ovvero  provvede a sostituirli con altri che risultino essere piu' significativi rispetto alle specifiche realta' territoriali,  in funzione delle caratteristiche del bacino afferente e/o dei diversi usi della fascia costiera, cosi' da mirare attentamente le analisi ambientali.

L'eventuale  incremento giudicato significativo, tra una analisi e le successive, della concentrazione degli inquinanti nei sedimenti e nel biota, deve comportare l'approfondimento delle iniziative di controllo sugli apporti (insediamenti costieri civili e produttivi, bacini  idrografici   affluenti).  Tali controlli devono riferirsi, in prima approssimazione, alla valutazione dei carichi inquinanti:

Inoltre,  dovranno  essere  presi   in  considerazioni le modalita' di dispersione  in  mare degli inquinanti, il bilancio depurativo della fascia costiera  e quant'altro possa essere significativo per la caratterizzazione dei  fenomeni di alterazione delle acque marine costiere.

La  frequenza  dei  campionamenti   delle  acque,  dei sedimenti e del biota,  indicata  negli   specifici  paragrafi,  puo'  essere  variata qualora le Autorita' competenti lo ritengano necessario.

3.4.1.1 ACQUE

I  parametri  da analizzare nelle acque sono quelli di base riportati nella  tabella  13; i parametri definiti macrodescrittori ed indicati con  (o)  nella stessa tabella sono utilizzati per la classificazione di cui alla tabella 17. Gli  altri  parametri   forniscono  informazioni  di  supporto per la interpretazione   delle  caratteristiche  di qualita' e vulnerabilita' dell'ambiente   marino  analizzato  nonche'  per  la  valutazione   dei carichi trasportati.

Per temperatura, salinita' e ossigeno disciolto dovra' essere fornito il profilo verticale su tutta la colonna d'acqua.

Qualora  si  ritenga necessaria un'analisi piu' approfondita volta ad videnziare  gli  effetti  tossici a breve o lungo termine, ovvero si ritenga  opportuno  integrare il dato chimico nella valutazione della qualita'  delle acque, si potranno condurre saggi biologici a breve o  lungo  termine,  su  specie selezionate appartenenti a diversi gruppi tassonomici, in particolare su specie autoctone o quelle per le quali esistano dei protocolli standardizzati.

Tabella  13  -   Parametri  di  base (o) sono  indicati  i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
Temperatura (°C) Ossigeno disciolto (mg/L) (o)
pH Clorofilla "a" (µg/L) (o)
Trasparenza (m) Azoto totale (µg/L comeN)
Salinità (psu) Azoto nitrico (µg/L comeN) (o)
Ortofosfato (µg/L comeP) Azoto ammoniacale (µg/L comeN) (o)
Fosforo totale (µg/L comeP) (o) Azoto nitroso (µg/L comeN) (o)
Enterococchi (UFC/100cc) Analisi quali-quantitative del fitoplancton (num. cellule/L)
3.4.1.2 Biota

Per  la  caratterizzazione dello stato degli ecosistemi marini, anche ai  fini  della  formulazione  del   giudizio di qualita' ecologica ed ambientale  delle  acque  marine   costiere,  dovranno essere eseguite indagini  sulle  biocenosi   di maggior pregio ambientale (praterie di fanerogame, coralligeno, etc.) e su altri bioindicatori.

Allo scopo di individuare particolari situazioni di criticita' dovute alla  presenza  di  sostanze  chimiche   pericolose presenti in tracce nelle acque e di concorrere alla definizione del giudizio di qualita' chimica,  sul  biota  dovranno essere eseguite analisi di accumulo di metalli  pesanti  e  composti  organici,  indicati in tabella 14, nei mitili (Mytilus galloprovincialis) stabulati.

Le  Regioni  possono integrare i parametri indicati in tabella 14, in funzione  delle esigenze di approfondimento delle conoscenze rispetto a specifiche situazioni locali.

Tabella 14 - Determinazione da eseguire nei mitili
 
Metalli pesanti bioaccumulabili 
Idrocarburi Policiclici Aromatici – IPA (*)
Composti organoclorurati (PCB e pesticidi) (*);

(*) Si consiglia la determinazione dei seguenti inquinanti organici:

Idrocarburi  Policiclici Aromatici prioritari: Naftalene, Acenaftene, Fenantrene*,  Fluorantene,   Benz(a)antracene**, Crisene**, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene**, Benzo(a)pirene**, Dibenzo(a,h)antracene, Benzo(g,h,i)perilene,  Antracene,    Pirene Indeno(1.2.3.c.d.)pirene*,   Acenaftilene,  Fluorene.   (*) indica le molecole con  presunta  attivita' cancerogena (**) quelle che hanno attivita' cancerogena.

Composti  organoclorurati  prioritari: DDT e analoghi (DD's);Isomeri  dell'Esaclorocicloesano  (HCH's);  Drin's, Esaclorobenzene, PCB (i PCB piu' rilevanti sotto il profilo ambientale  consigliati anche in sede internazionale (EPA, UNEP)sono: PCB's;  PCB  52, PCB 77, PCB 81, PCB 128, PCB 138, PCB 153, PCB 169).

3.4.1.3 SEDIMENTI

Le  determinazioni  sui sedimenti riguardano tipi di indagini di base ed addizionali. Sono considerate di base e quindi prioritarie le analisi dei parametri indicati nella tabella 15.

Qualora le autorita' ritengano necessaria un'analisi piu' approfondita volta a evidenziare gli effetti tossici a breve o a lungo termine, ovvero ritengano opportuno integrare il dato chimico nella  valutazione   della  qualita'  del  sedimento,  potranno essere effettuare   indagini  addizionali,  quali saggi biologici condotti su specie    selezionate   appartenenti  a  diversi  gruppi   tassonomici, privilegiando  le specie autoctone o quelle per le quali esistano dei protocolli standardizzati.

Tabella 15 - Determinazione da eseguire nei sedimenti
 
Analisi granulometria per la determinazione delle principali classi granulometriche (ghiaie; sabbie; limi; argille)  Carbonio Organico
Idrocarburi Policiclici Aromatici – IPA – (vedi nota (*) Tabella 14) Composti organoclorurati (PCB e pesticidi) (vedi nota (*) Tabella 14)
Metalli pesanti bioaccumulabili  Composti organostannici #
Saggi biologici su diversi gruppi tassonomici 

(#) Lo screening dei composti organostannici può essere limitato alle aree in prossimità di porti.

3.4.2 CAMPIONAMENTO

3.4.2.1 CRITERI PER LA SCELTA DELLE STAZIONI DI PRELIEVO

Le  Autorita'  competenti  dovranno  elaborare ed attuare un piano di campionamento  che,  sulla  base delle conoscenze  dell'uso e della tipologia  del  tratto di costa interessata permetta di rappresentare adeguatamente,  nello  stesso tratto di costa, le zone sottoposte a fonti di  immissione, quali porti, canali, fiumi, insediamenti costieri, e le zone scarsamente sottoposte, a pressioni antropiche idrico di riferimento).

In ogni caso, la strategia di campionamento dovra' garantire un idoneo  livello  conoscitivo, propedeutico alla definizione dei piani di  risanamento o di tutela e comunque seguire i criteri di seguito riportati.

Acque

Ai  fini del campionamento vengono identificate tre diverse tipologie di fondale, per ciascuna delle quali viene  stabilito il posizionamento  di  tre  stazioni  di   prelievo per transetto; questi vanno sempre posizionati ortogonalmente alla linea di costa. Le tre tipologie di fondale sono:

Fondale alto e' quello che a 3000 m dalla costa ha una batimetrica superiore a 50 m.

Fondale medio e' quello che a 200 m dalla costa ha una batimetrica superiore a 5 m e a 3000 m dalla costa una batimetrica inferiore a 50 m.

Fondale basso e' quello che a 200 m dalla costa ha una batimetrica inferiore ti 5 m.

Il posizionamento delle stazioni e' fissato come segue:

ALTO FONDALE:
 
I Stazione II Stazione III Stazione
A 100 m da costa In posizione intermedia fra la 1° e la 3° stazione se la distanza tra dette stazioni è maggiore a 1000 m. Se invece la distanza è inferiore o uguale a 1000 m. i prelievi e le misure vengono effettuati solo nella 1° e nella 3° stazione  Non oltre la batimetrica dei 50 m

MEDIO FONDALE:
 
I Stazione II Stazione III Stazione
200 m da costa 1000 m da costa a 3000 m da costa

BASSO FONDALE:
 
I Stazione II Stazione III Stazione
500 m da costa 1000 m da costa a 3000 m da costa

Le  stazioni di prelievo devono essere fissate nella fascia costiera, in  modo tale da rappresentare le diverse tipologie di immissione che  insistono  nell'area (eventuali apporti industriali o civili, apporti  fluviali,  attivita'  portuali), nonche' aree scarsamente soggette ad apporti antropici (come corpo idrico di riferimento).

Dovranno essere considerate le porzioni superficiali di sedimento. La definizione  dello  strato  da  considerate   potra' essere variato in funzione  delle conoscenze sulle caratteristiche sedimentologiche, ed in particolare dei tassi di sedimentazione, dell'area indagata.

Biota

Le  stazioni  di  campionamento dei mitili indicati al punto 3.4.1.2. devono essere  fissate  in  modo  tale da  rappresentare  l'intera "tipologia"  costiera  (eventuali  fonti   di immissione industriali o civili,  apporti  fluviali,  attivita'  portuali, aree "indisturbate" etc.)

Devono  inoltre  essere  identificate  stazioni   piu' rappresentative delle  biocenosi  di  maggior pregio ambientale presenti nell'area in studio al fine della realizzazione di una cartografia biocenotica con scala adeguata.

3.4.2.2 FREQUENZA DEI CAMPIONAMENTI

Acque:  e'  prevista  una  frequenza  di campionamento stagionale per tutti  i  parametri  descritti in tabella 13. E' prevista inoltre una frequenza  di  campionamento  quindicinale  nel   periodo compreso fra Giugno e  Settembre  nelle  aree  interessate da fenomeni eutrofici, quelle  cioe' in cui l'indice trofico (calcolato in base alla tabella 16  e 17) sia maggiore di 5 per l'Alto Adriatico dalla foce del fiume Adige al confine  meridionale  del comune di Pesaro e di 4,5 per le restanti acque marine  costiere per due  campionamenti  mensili successivi.

Sedimenti: e' prevista una frequenza di campionamento annuale. Il campionamento dovra' essere effettuato sempre nello stesso periodo dell'anno e corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi meteo-marini (si consiglia il periodo estivo).

Biota: e' prevista una frequenza semestrale per le analisi di bioaccumulo (indicate in tabella 14); per l'esame delle biocenosi di  maggior  pregio  ambientale, anche al fine della realizzazione di una  cartografia  biocenotica  di  dettaglio,  e' prevista  una cadenza triennale.

3.4.3 CLASSIFICAZIONE

3.4.3.1 STATO AMBIENTALE DELLE ACQUE MARINE COSTIERE

In  attesa  della  definizione  di  un   approccio  integrato  per  la   valutazione   dello   stato   di    qualita'   ambientale   la   prima classificazione delle acque marine costiere viene condotta attraverso l'applicazione  dell'indice  trofico riportato in tabella 16, tenendo conto di ogni elemento utile a definire il grado di allontanamento dalla naturalita' delle acque costiere. Tale classificazione trofica sara' integrata dal giudizio emergente dalle indagini sul biota e sui sedimenti, allorche' sara' disponibile il criterio di classificazione dello  stato  ambientale  complessivo  che   dovra' essere definito ai sensi del precedente punto 2.

Ai  fini  della  classificazione  dovra' essere considerato il valore medio dell'indice trofico, derivato dai valori delle singole misure durante  il  complessivo  periodo  di   indagine (24 mesi per la prima classificazione e 12 mesi per le successive).

Tabella 16- Definizione dell'indice trofico
 

Indice trofico = [Log10 (Cha . D%O . N . P) +1,5] / 1,2
Cha= clorofilla "a" (µg/L)
D%O= ossigeno disciolto come deviazione % assoluta della saturazione (100-O2D%)
P= fosforo totale (µg/L)
N= N-(NO3 + NO2 + NH3 ) (µg/L) 

I risultati derivanti dall'applicazione dell'indice di trofia determineranno l'attribuzione dello stato ambientale secondo la seguente  tabella  17,  valutato  anche  alla   luce  delle condizioni indicate nella stessa tabella 17.

Tabella 17 - Classificazione delle acque marine costiere in base alla scala trofica
Indice di trofia Stato Condizioni
2 – 4 Stato ELEVATO
Buona trasparenza delle acque
Assenza di anomale colorazioni delle acque
Assenza di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque bentiche
4 – 5 StatoBUONO
Occasionali intorbidimenti delle acque
Occasionali anomale colorazioni delle acque
Occasionali ipossie nelle acque bentiche
5 – 6 Stato MEDIOCRE
Scarsa la trasparenza delle acque
Anomale colorazioni delle acque
Ipossie e occasionali anossie delle acque bentiche
Stati di sofferenza a livello di ecosistema bentonico
6 – 8 Stato SCADENTE
Elevata torbidità delle acque
Diffuse e persistenti anomalie nella colorazione delle acque
Diffuse e persistenti ipossie/anossie nelle acque bentiche
Morie di organismi bentonici
Alterazione/semplificazione delle comunità bentoniche
Danni economici nei settori del turismo, pesca ed acquacoltura
Ai  sensi  di  quanto  disposto  dall'articolo   5 del decreto, per il tratto costiero compreso fra  la foce del fiume Adige e il confine meridionale  del comune di Pesaro viene considerato obiettivo-trofico "intermedio",  da  raggiungere entro il 2008, un valore medio annuale dell'indice trofico non superiore a 5.

L'eventuale  evidenziazione  di  situazione  di   tossicita'  per  gli organismi  testati  e/o  evidenze  di   bioaccumulo  oltre alle soglie previste  dalle  normative  esistenti (allegato 2 sez. C; norme sugli alimenti,  e  altre  norme  sanitarie) portano ad attribuire lo stato ambientale "Scadente".

3.5 ACQUE DI TRANSIZIONE

3.5.1 Premessa

Lo stato delle conoscenze e delle esperienze di studio riguardanti le acque di transizione non sono sufficienti per definire compiutamente i  criteri  per  il  monitoraggio  e  per   l'attribuzione dello stato ecologico in cui si trova il corpo idrico.

Le  indicazioni  che  seguono  sono  quindi   in  parte sperimentali e propedeutiche ad una futura migliore definizione in base ai risultati di una prima fase di monitoraggio e studio.

A tal riguardo vanno acquisite informazioni su:

  1. area del bacino scolante e sue caratteristiche;
  2. portata dei principali corsi d'acqua afferenti;
  3. stima dei carichi di nutrienti afferenti (Azoto e Fosforo);
  4. cartografia con isobate dell'area indagata;
  5. caratteristiche morfologiche delle bocche delle aree lagunari;
  6. presenza di dighe, barriere, canali lagunari, ecc.;
  7. individuazione delle aree a minore ricambio.
In  assenza di consistenti interventi o di altri fattori influenzanti le  caratteristiche idromorfologiche in tali aree, le suindicate   informazioni conoscitive vanno aggiornate con cadenza quinquennale.

3.5.2 INDICATORI DI QUALITA' E ANALISI DA EFFETTUARE

In attesa della definizione dei criteri di cui al punto 2.1.2, per le matrici  acqua  e  sedimenti  sono da monitorare i parametri indicati nelle precedenti tabelle 13 e 15 relativi alle acque marine costiere.

Per  quanto riguarda il biota vanno eseguite, sui bivalvi indicati al punto  3.4.1.2.,  misure  di  accumulo  di   metalli  e  di inquinanti organici, indicati in tabella 14.

E'  inoltre  consigliabile integrare le analisi su indicate con indagini  sul fitoplancton (lista tassonomica e densita'), macroalghe e fanerogame  (lista  tassonomica  ed abbondanza per mq, cartografia della  massima  superficie  coperta (solo per ambienti lagunari)) e macroinvertebrati bentonici (lista tassonomica e densita').

I  parametri  riportati  nelle  tabelle   possono  essere  integrati o sostituiti  da  altri  che risultino piu' significativi rispetto alle specifiche realta' territoriali.

3.5.3 CAMPIONAMENTO

3.5.3.1 STAZIONI DI PRELIEVO

Il  campionamento della matrice acqua sara' effettuato su un reticolo di stazioni rappresentativo del bacino in esame.

I  campionamenti  saranno  effettuati in superficie e riguarderanno i parametri  indicati nella tabella 13. Per profondita' superiori a 1,5 metri, la determinazione di temperatura, salinita' ed ossigeno disciolto sara' condotta anche sul profilo verticale.

In  ogni  caso,  la  strategia  di   campionamento dovra' garantire un livello conoscitivo  propedeutico alla definizione dei  piani di risanamento o di tutela.

Per quanto riguarda il biota e i sedimenti, le stazioni saranno scelte preferenzialmente in prossimita' delle stazioni per  il monitoraggio delle acque, in modo da ottenere una caratterizzazione, omogenea e rappresentativa dell'ambiente in studio.

3.5.3.2 FREQUENZA DI CAMPIONAMENTO

Per  quanto  riguarda  la matrice acque la frequenza di campionamento sara'  mensile. Nelle  zone soggette a situazioni distrofiche (crisi anossiche,  fioriture algali abnormi, elevate biomasse di macroalghe) la frequenza sara' quindicinale nel periodo giugno-settembre. In tali situazioni  parte  delle  misure  riportate   in  tabella 13 (ossigeno disciolto,  temperatura,  salinita')  potranno essere rilevate con strumentazione in automatico ed in continuo.

Per il biota la frequenza di campionamento sara' almeno semestrale.

Per  i  sedimenti e' prevista una frequenza di campionamento annuale. Il campionamento dovra' essere effettuato sempre nello stesso periodo dell'anno  e corrispondere al periodo di minor influenza degli eventi metereologici (si consiglia il periodo estivo).

3.5.4 CLASSIFICAZIONE

Per la classificazione delle acque lagunari e gli stagni costieri si valuta  il  numero  di  giorni  di anossia/anno (valori dell'ossigeno disciolto nelle acque di  fondo compresi fra 0-1.0 mg/L) misurata nelle acque di fondo, che interessano oltre il 30 % della superficie del corpo idrico secondo lo schema riportato in tabella 18. Tale risultato integrato con i  risultati delle  analisi relative ai sedimenti ed al biota.

L'esito positivo dei saggi biologici sui sedimenti o l'indicazione di un  incremento  statisticamente significativo delle concentrazioni di inquinanti nei sedimenti, o dell'accumulo negli organismi, pregiudica l'attribuzione  dello  stato sufficiente. In tal caso il corpo idrico in questione va classificato nello stato scadente.

Tabella  18  -  Stato ambientale delle acque lagunari e degli stagni costieri
 
  Stato BUONO Stato SUFFICIENTE  Stato SCADENTE
Numero giorni di anossia/anno che coinvolgono oltre il 30% della superficie del corpo idrico < 1 < 10 >10

3.6 CORPI IDRICI ARTIFICIALI

Ai  corpi  idrici  artificiali  si  applicano gli stessi elementi di qualita' e gli stessi criteri di misura applicati ai corpi idrici superficiali naturali che piu' si accostano al corpo idrico artificiale in questione.

Il  numero e la localizzazione dei punti di campionamento, nonche' la frequenza delle misure sono definiti a cura delle Regioni e delle province  autonome, tenendo conto della rilevanza del corpo idrico in questione rispetto al reticolo idrografico locale.

Gli obiettivi  ambientali  fissati per questi corpi idrici devono garantire il rispetto degli obiettivi  fissati per i corpi idrici     superficiali  naturali ad essi connessi. Per quanto riguarda lo stato ecologico, tendenzialmente, devono avere un livello qualitativo corrispondente almeno a quello immediatamente piu' basso di quello individuato per gli analoghi corpi idrici naturali.

Per  quanto  riguarda  lo  stato  chimico   non devono comunque essere superate le soglie  indicate per le sostanze pericolose prioritarie nella precedente tabella 1.

Nel caso di canali artificiali la classificazione va eseguita solo sulla base dei  parametri riportati nella tabella 7 e del risultato del  punteggio ottenuto dai macrodescrittori secondo quanto indicato in tabella 8.

4 MONITORAGGIO E CLASSIFICAZIONE: ACQUE SOTTERRANEE

4.1 ORGANIZZAZIONE DEL MONITORAGGIO

Per le attività di monitoraggio e di classificazione dello stato di un copro idrico sotterraneo e' necessaria una preventiva ricostruzione del  modello idrogeologico secondo le indicazioni di cui all'allegato 3, in termini di:

Il  modello idrogeologico deve essere periodicamente aggiornato sulla base delle nuove conoscenze  e delle attivita' di monitoraggio. La rilevazione dei dati sullo stato quantitativo e chimico deve essere riferita agli acquiferi individuati.

Il  monitoraggio  delle  acque  sotterranee e' articolato in una fase conoscitiva iniziale ed una fase di monitoraggio a regime.

La  fase conoscitiva iniziale e di base viene effettuata rispettando le indicazioni riportate all'allegato 3. Il monitoraggio si articola temporalmente in due fasi:

4.1.1 FASE CONOSCITIVA

La  prima di caratterizzazione sommaria, propedeutica alla sotto fase  successiva e utile ad una conoscenza dello stato chimico delle acque sotterranee, e' finalizzata ad una analisi di inquadramento generale attraverso la ricerca di un gruppo ridotto di parametri chimici,  fisici e microbiologici; cio' che consenta tra l'altro l'individuazione delle aree critiche, di quelle potenzialmente soggette a crisi e di quelle  naturalmente protette, secondo le indicazioni riportate all'allegato 3.

Se si dispone di serie storiche continuative di dati, purche' non antecedenti il 1996, queste possono essere utilizzate in sostituzione o ad integrazione delle analisi  previste nella fase iniziale del monitoraggio.

Per la successiva sotto fase, sulla base dei risultati della caratterizzazione sommaria, nonche' delle conoscenze acquisite durante tale fase sulla situazione idrogeologica e di antropizzazione del  territorio, l'Autorita' competente individua i punti d'acqua  ritenuti  significativi ed effettua su di essi il monitoraggio per la classificazione. Sui punti d'acqua d'interesse locale esegue il monitoraggio per la caratterizzazione dell'acquifero e comunque, oltre alle misure quantitative (livello, portata), esegue le analisi dei "parametri di base" riportati nella Tabella 19.

4.1.2 FASE A REGIME

Il  monitoraggio  nella  fase  a  regime   ha come scopo l'analisi del comportamento e delle modificazioni nel tempo dei sistemi acquiferi. Sulla  base  dei  risultati della fase conoscitiva e delle conoscenze accumulate dovra' essere individua una rete di  punti d'acqua significativi e rappresentativi delle condizioni  idrogeologiche, antropiche, di inquinamento in atto, delle azioni di risanamento intraprese su cui compiere un sistematico e periodico monitoraggio chimico e quantitativo secondo i criteri indicati al punto 4.2.

Il  monitoraggio  quantitativo  va eseguito, per le acque utilizzate, dal concessionario o dal gestore, che deve rendere disponibili i dati su opportuno supporto magnetico per l'autorita' preposta  al controllo.

4.2 INDICATORI DI QUALITA' ED ANALISI DA EFFETTUARE

4.2.1 FASE INIZIALE

4.2.1.1. MISURE QUANTITATIVE

Il  monitoraggio quantitativo ha come finalita' e quella di acquisire le informazioni  relative ai  vari acquiferi, necessarie per la definizione del bilancio idrico di un bacino. Inoltre dovra' permettere di caratterizzare i singoli acquiferi in termini di potenzialita',  produttivita' e grado di sfruttamento. Questo tipo di rilevamento e' basato sulla determinazione dei seguenti parametri fondamentali:

I  dati desunti dalle attivita' di monitoraggio dovranno essere opportunamente elaborati dalle Regioni  al fine di definire e parametrizzare i seguenti indicatori generali, da utilizzare per la classificazione: 4.2.1.2 MISURE CHIMICHE

La  fase iniziale del monitoraggio dura 24 mesi ed ha la finalita' di caratterizzare l'acquifero. Il rilevamento della qualita' del corpo idrico sotterraneo e' basato sulla determinazione dei "parametri di base"  riportati nella Tabella 19. I parametri di tabella evidenziati con  il simbolo (o) saranno utilizzati per la classificazione in base a quanto indicato in Tabella 20.

Le autorita' competenti devono analizzare i parametri addizionali relativi a inquinanti specifici, individuati in funzione dell'uso del suolo, delle attivita' presenti sul territorio, in considerazione della vulnerabilita' della risorsa e della tutela degli ecosistemi connessi  oppure  di particolari caratteristiche ambientali. Un lista di tali inquinanti con l'indicazione dei relativi valori di soglia e' riportata nella Tabella 21.

Tabella  19  -  Parametri  di base (con (o) sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione)
Temperatura (°C) Potassio (mg/L)
Durezza totale (mg/L CaCO3) Sodio (mg/L)
Conducibilità elettrica (µS/cm (20°C)) (o) Solfati (mg/L) come SO4 (o)
Bicarbonati (mg/L) Ione ammonio (mg/L) come NH4 (o)
Calcio (mg/L) Ferro (mg/L) (o)
Cloruri (mg/L) (o) Manganese (mg/L) (o)
Magnesio (mg/L) Nitrati (mg/L) come NO3 (o)
4.2.2 FASE A REGIME

Nella fase a regime sulla rete di monitoraggio individuata in base ai risultati  della fase conoscitiva iniziale vanno proseguite le misure sui parametri di base precedentemente utilizzati al punto 4.2.1.2. Si ritiene  necessario considerare un periodo iniziale di riferimento di almeno cinque anni per poter definire le tendenze evolutive del corpo idrico.

Per  le misure chimiche vanno inoltre monitorati tutti quei parametri relativi ad inquinanti inorganici o organici individuati dall'autorita'  preposta  al  controllo,  in ragione delle condizioni dell'acquifero e della sua vulnerabilita', dell'uso del suolo e delle attivita' antropiche caratteristiche del territorio.

4.3 MISURE

Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, su un numero ridotto di punti significativi appartementi alle reti di  monitoraggio individuate, le misure dovranno essere eseguite con cadenza mensile e sui  pozzi, sui piezometri. Le misure sulle sorgenti dovranno essere anche piu' ravvicinate in ragione ei tempi di esaurimento della sorgente stessa.

Per quanto riguarda le analisi chimiche dovranno essere eseguite, sia nella  fase  iniziale che per quella a regime, con cadenza semestrale in corrispondenza dei periodi di massimo e minimo deflusso delle acque sotterranee.

4.4 CLASSIFICAZIONE

Lo stato ambientale delle acque delle acque sotterranee e' definito in base allo stato quantitativo e a quello chimico.

4.4.1 STATO QUANTITATIVO

I  parametri  e  i  relativi  valori   numerici  di riferimento per la classificazione quantitativa dei corpi idrici sotterranei, sono definiti dalle Regioni utilizzando gli indicatori generali elaborati sulla base del monitoraggio secondo i criteri che verranno indicati con apposito decreto ministeriale; su proposta dell'ANPA, in base alle caratteristiche dell'acquifero (tipologia,  permeabilita', coefficienti di immagazinamento) e del relativo sfruttamento (tendenza piezometrica o delle portate, prelievi per vari usi).

Un  corpo idrico sotterraneo e' in condizioni di equilibrio quando le estrazioni o le alterazioni della velocita' naturale di ravvenamento sono sostenibili per lungo periodo (almeno 10 anni): sulla base delle alterazioni  misurate o previste di tale equilibrio viene definito lo stato quantitativo.

Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei e' definito da quattro classi cosi' caratterizzate:
 

Classe A  L’impatto antropico è nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo.
Classe B  L’impatto antropico è ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa sostenibile sul lungo periodo.
Classe C  Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell’uso sulla disponibilità della risorsa evidenziato da rilevanti modificazioni agli indicatori generali sopraesposti (1).
Classe D Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica.

(1) nella valutazione quantitativa bisogna tener conto anche degli eventuali surplus incompatibili con la presenza di importanti strutture sotterranee preesistenti.

4.4.2 STATO CHIMICO

Le classi chimiche dei corpi idrici sotterranei sono definite secondo il seguente schema:
 

Classe 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche;
Classe 2  Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche
Classe 3  Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione;
Classe 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti;
Classe 0 

(*)

Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della classe 3.

(*) per la valutazione dell’origine endogena delle specie idrochimiche presenti dovranno essere considerate anche le caratteristiche chimico-fisiche delle acque.

Ai fini della classificazione chimica si utilizzerà il valore medio, rilevato per ogni parametro di base o addizionale nel periodo di riferimento. Le diverse classi qualitative vengono attribuite secondo lo schema di tabella 20, tenendo anche conto dei parametri e dei valori riportati alla Tabella 21. La classificazione è determinata dal valore di concentrazione peggiore riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base o dei parametri addizionali.

Tabella 20 - Classificazione chimica in base ai parametri di base (1)
 
  Unità di misura Classe 1  Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0 (*)
Conducibilità elettrica µS/cm (20°C) < 400 < 2500 < 2500 >2500 >2500
Cloruri mg/L < 25 < 250 < 250 >250 >250
Manganese µg/L < 20 < 50 < 50 >50 >50
Ferro µg/L <50 <200 < 200 >200 >200
Nitrati  mg/L di NO3 < 5 < 25 < 50 > 50  
Solfati mg/L di SO4 < 25 < 250 < 250 >250 >250
Ione ammonio  mg/L di NH4 < 0,05 < 0,5 < 0,5 >0,5 >0,5

(1) se la presenza di tali sostanza è di origine naturale, così come appurato dalle regioni o dalle province autonome, verrà automaticamente attribuita la classe 0.

Tabella 21 – Parametri addizionali
 
Inquinanti inorganici µg/L Inquinanti organici µg/L
Alluminio < 200 Composti alifatici alogenati totali 10
Antimonio < 5 di cui:  
Argento < 10 - 1,2-dicloroetano 3
Arsenico <  10 Pesticidi totali (1) 0,5
Bario <  2000 di cui:  
Berillio <  4 - aldrin 0,03
Boro <  1000 - dieldrin 0,03
Cadmio <  5 - eptacloro 0,03
Cianuri <  50 - eptacloro epossido 0,03
Cromo tot. <  50 Altri pesticidi individuali  0,1
Cromo VI <  5 Acrilamide 0,1
Fluoruri <  1500 Benzene 1
Mercurio  <  1 Cloruro di vinile 0,5
Nichel <  20 IPA totali (2) 0,1
Nitriti <  500 Benzo (a) pirene 0,01
Piombo <  10    
Rame <  1000    
Selenio <  10    
Zinco <  3000    

(1) in questo parametro sono compresi tutti i composti organici usati come biocidi ( erbici, insetticidi, fungicidi, acaricidi, alghicidi, nematocidi ecc..);
(2) si intendono in questa classe i seguenti composti specifici:
benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, benzo(ghi)perilene, indeno(1,2,3-cd)pirene. 

Se la presenza di inquinanti inorganici in concentrazioni superiori a quelle di tabella 21 e' di origine naturale verra' attribuita la classe 0 per la quale, di norma, non vengono previsti interventi di risanamento.

La  presenza di  inquinanti organici o inorganici con concentrazioni  superiori a quelli del valore riportato nella tabella 21 determina la classificazione in classe 4.

Se gli inquinanti di tabella 21 non sono presenti o vengono rilevate concentrazione al di sotto della soglia di rilevabilita' indicata dai metodi  analitici  le acque il corpo idrico e' classificato a seconda dei risultati relativi ai parametri di tabella 20.

Tranne  nel  caso della presenza naturale di sostanze inorganiche, il ritrovamento di questi inquinati  in concentrazioni significative   vicine alla soglia indicata e' comunque un segnale negativo di rischio per  gli  acquiferi interessati. Nei piani di tutela, devono quindi  essere comunque adottate misure atte a prevenire un ulteriore peggioramento e a rimuovere le cause di rischio.Devono inoltre essere considerati gli effetti della eventuale interconessione delle acque sotterranee con corpi idrici superficiali di particolare pregio il cui obiettivo ambientale, a causa della persistenza e dei processi di  bioaccumulo  di  alcuni  inquinanti, prevede per questi valori di concentrazione piu' cautelativi.

4.4.3 STATO AMBIENTALE DELLE ACQUE SOTTERRANEE

In base alle conoscenze prodotte attraverso le attivita' di cui al punto 1 e per confronto con  le classi di qualita' della risorsa definite con  le  Tabelle  20  e  21, verranno quindi classificati i singoli corpi idrici sotterranei in base al loro stato ambientale.

La  sovrapposizione  delle  classi  chimiche (classi 1, 2, 3, 4, 0) e quantitative  (classi  A,  B, C, D) definisce lo stato ambientale del corpo idrico sotterraneo  cosi'  come   indicato  nella tabella 22 e permette di classificare i corpi idrici sotterranei.

Tabella 22 -  Stato ambientale (quali-quantitativo) dei corpi sotterranei.
 
Stato elevato Stato buono Stato sufficiente Stato scadente Stato particolare
1 – A 1 – B 3 – A 1 – C 0 – A
  2 – A 3 – B 2 – C 0 – B
  2 – B   3 – C 0 – C
      4 – C 0 – D
      4 – A 1 – D
      4 – B 2 – D
        3 – D
        4 – D

In assenza di serie storiche significative di dati dal punto di vista quantitativo  in una prima fase la classificazione sara' basata sullo stato chimico delle risorse, ipotizzando, per la parte quantitativa, una classe C.

Qualora  i  corpi  acquiferi  individuati   presentino al loro interno differenti  condizioni  dello stato si puo' procedere ad un ulteriore suddivisione  che  individui  porzioni  omogenee o aree discrete a differente  stato di qualita' sempre sulla base di quanto indicato in Tabella 22.

La Regione, procede  alla  classificazione   cartografica  ed  alla zonazione dei singoli corpi idrici sotterranei in base al rispettivo "stato".  Sempre  in  base  alla   suddetta  classificazione  verranno pianificate  le  eventuali  azioni di risanamento da adottare. Per quanto riguarda gli acquiferi che hanno uno stato naturale particolare pur non dovendo prevedere specifiche  azioni  di risanamento,  deve  comunque  essere  evitato   un peggioramento dello stato chimico o un ulteriore impoverimento quantitativo.

Tale classificazione ha  carattere temporaneo dovra'  essere progressivamente e periodicamente riaggiornata in base al raggiungimento degli obiettivi verificato tramite le attivita' di monitoraggio previste al punto 4.1.
 
 

------------------------------------------------------------------------

Nota  - L'allegato è stato così sostituito dall'articolo 25 del D.lgs 18 agosto 2000, n. 258 " Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in materia di tutela delle acque dall'inquinamento, a norma dell'articolo 1, comma 4, della legge 24 aprile 1998, n. 128".